lunedì 9 dicembre 2019

L'Iniziazione Massonica: La Camera (o Gabinetto) di Riflessione, I Tre Viaggi, Il Testamento ed Il Giuramento

Fonte: SALVATORE FARINA - Il Libro Completo dei Rituali Massonici - Gherardo Casini Editore

Iniziazione. – Negli antichi misteri l’iniziazione era preceduta da numerose formalità preparatorie
quali il digiuno, le abluzioni e la solitudine sotterranea che duravano molti mesi; oggi la preparazione
si limita ad un breve soggiorno in una stanza chiamata camera o gabinetto di riflessione.
L’aspirante è chiuso in una stanza impenetrabile alla luce del giorno, illuminata da una sola
lampada, simbolo dell’unità divina alla quale egli deve chiedere di essere ispirato. Tutto in questa
stanza, dagli emblemi alle iscrizioni, alla decorazione funebre, deve spingere alla più profonda
meditazione.
Se l’immagine della morte è presentata al recipiendario all’inizio della sua carriera Massonica è
perché la M∴ considera l’idea della morte come il migliore insegnamento della vita. In effetti di
fronte a questo pensiero tutte le vanità umane svaniscono e l’uomo si trova solo, in presenza di Dio e
dell’eternità.
Il pane e l’acqua riuniti insieme simboleggiano la frugalità.
Come il pane è il nutrimento del corpo, così i buoni pensieri debbono essere il nutrimento dello
spirito e le buone opere il nutrimento del cuore.
Come l’acqua calma il bruciore della sete e diffonde nei sensi una dolce freschezza, così la
moderazione spegne i brucianti desideri dell’orgoglio e fa penetrare nell’anima il refrigerante
profumo della modestia.
Con un poco di riflessione è facile completare il senso naturale delle iscrizioni:
«Se la curiosità ti ha condotto qui, vattene». La M∴, che non contiene che gravi insegnamenti e che
si preoccupa, con dei saggi precetti, più di essere utile che di piacere, non può offrire alimenti
sufficienti ad una vana curiosità. E se da una parte approva ed incoraggia il desiderio di istruirsi
attraverso seri studi, dall’altra biasima e cerca di reprimere il folle amore per le cose futili.
«Se temi di essere illuminato sui tuoi difetti, ti troverai male fra noi ». La Fratellanza Massonica
autorizza, e qualche volta persino esige, delle reciproche osservazioni sui nostri difetti. Una critica
amara non farebbe che aggravarli, ma un avvertimento amichevole, riesce molto spesso a correggerli.
«Se sei capace di dissimulare, trema, sarai scoperto». Poiché l’ipocrisia è considerata dai
Massoni come una delle principali cause di male, essi si adoperano a smascherarla e a combatterla
ovunque la incontrino, e l’aspirante che ha le maggior probabilità di essere ammesso all’iniziazione è
quello che dà prova della maggior franchezza.
«Se tu tieni alle distinzioni umane, esci, qui non se ne conoscono». Benché la M∴ rispetti le
distinzioni gerarchiche necessarie allo stato sociale, essa purtuttavia le fa sparire nei suoi Templi, fra
i suoi adepti che sono tutti uguali, come Fratelli.
«Se la tua anima ha sentito il timore, non andare più oltre ». Questo ammonimento era necessario
negli antichi misteri, perché l’aspirante doveva subire delle prove terribili e se aveva la digrazia di
arrestarsi per timore, restava rinchiuso nei templi sotterranei per il resto della vita, per rendergli
impossibile ogni indiscrezione nel mondo profano.
Oggi le prove, singolarmente attenuate, non sono tali da recar preoccupazioni al recipiendario, e il
timore che questi potrebbe manifestare durante le prove stesse, non avrebbero per lui alcun risultato
spiacevole; ma è importante fargli comprendere che il coraggio è spesso necessario nelle prove della
vita e che può divenire indispensabile anche per il compimento dei doveri Massonici in epoche di
intolleranza e di persecuzione.
«Se tu perseveri, sarai purificato dagli elementi, uscirai dall’abisso delle tenebre, perverrai alla
Luce». Nei misteri egizi, un ammonimento presso a poco simile era rivolto al recipiendario: «Ogni
morto, che procederà solo e senza incertezza in questo recinto tenebroso, sarà purificato dal
fuoco, dall’acqua e dall’aria, e sarà iniziato ai sacri misteri della dea Iside». Allora, come oggi,
la purificazione elementare simboleggiava la purificazione morale che deve operare l’iniziazione,
dissipando le tenebre dell’ignoranza e i pregiudizi mondani e facendo brillare agli occhi degli
iniziati la luce della verità.
Il testamento che l’aspirante deve compilare, diveniva esecutivo in Egitto per tutti coloro che, non
essendo riusciti nelle prove e non avendo potuto ottenere l’iniziazione, erano rinchiusi nei templi
sotterranei per il resto della loro esistenza. Essi venivano obbligati a scrivere ai loro cari in questi
termini: «Gli dei giusti e misericordiosi hanno punito la nostra temerarietà, abbiatevi il nostro
eterno addio; noi siamo per sempre separati dal mondo, ma il nostro ritiro è dolce e tranquillo.
Temete e rispettate gli dei ». Da quel momento essi non comunicavano più con alcun profano e
passavano per morti.
La formalità del testamento ricorda oggi al candidato che dobbiamo essere sempre pronti ad
abbandonare l’Oriente della vita, e che le nostre azioni devono sempre essere regolate in modo 
che una fine prematura o improvvisa lasci di noi il miglior ricordo.
Finalmente, le tre domande alle quali l’aspirante deve rispondere sono destinate a far 
conoscere edapprezzare la sua moralità, perché esse abbracciano tutta la morale, il cui oggetto 
è proprio quello di insegnare all’uomo i suoi tre grandi doveri: verso l’umanità, verso la patria 
e verso sé stesso.
Soltanto dopo che avrà risposto a queste tre domande, il candidato otterrà il permesso di
abbandonare il gabinetto di riflessione per essere introdotto in Loggia.
Le prove di questo grado consistono nel passaggio per i quattro elementi e sono precedute da
qualche disposizione preparatoria.
L’aspirante è presentato alle prove spoglio dei metalli e dei gioielli, prima di tutto per fargli
comprendere che non può raccomandarsi all’assemblea davanti alla quale si presenta, se non per i
suoi meriti personali, e non per la sua fortuna o per i suoi ornamenti, e poi per insegnargli che non
deve attribuire troppo valore alle ricchezze, essendo la cupidigia un vizio ignobile che genera i più
grandi delitti.
Ha gli occhi coperti da una benda ed è svestito a metà per provare alla M∴ che egli si mette nelle
sue mani con la maggiore confidenza ed in piena umiltà. Inoltre la benda rappresenta gli errori e i
pregiudizi del mondo profano che la M∴ è destinata a dissipare; la scarsezza di vestiti indica che la
virtù, vero ornamento dell’uomo, resta il più delle volte incompleta senza il soccorso della Luce
della M∴
Nei misteri antichi, come nei moderni, l’iniziazione ha avuto sempre per scopo di purificare
moralmente il recipiendario e siccome il principale mezzo di rendere sensibili le idee morali 
è di dare loro una figurazione materiale, così la purificazione morale è stata 
generalmente rappresentata da una purificazione materiale per mezzo dei quattro elementi o 
di alcuni di essi.
È da rilevare che nella maggior parte delle antiche iniziazioni la purificazione elementare costituiva 
la parte principale delle prove che erano molto più complicate e difficili.
Passaggio per la terra: antica iniziazione. L’aspirante ai misteri di Iside, munito di una lampada e
dei mezzi necessari per riaccenderla qualora si fosse spenta, percorreva un corridoio lungo e
tortuoso nel quale non poteva avanzare che strisciando. All’estremità di questo corridoio egli trovava
un pozzo di cento cinquanta piedi di profondità, in fondo al quale si discendeva prima con una scala
di ferro di sessanta gradini e quindi per una scala tagliata a spirale nel vivo della roccia. Giunto in
fondo al pozzo egli doveva ancora percorrere una strada lunga oltre una lega, sempre solo, in un
profondo silenzio e senza altra luce che quella della sua debole lampada. È da questa prova che è
sorto il detto che la verità si trova in fondo al pozzo.
Iniziazione moderna. Oggi la prova della terra è rappresentata dal soggiorno nel gabinetto di
riflessione. Lo stato di isolamento nel quale il recipiendario è lasciato per la maggior parte di questa
prova ci ricorda che la solitudine è spesso necessaria per meditare e sottrarsi alle lusinghe del
mondo profano.
Circa questa prova conviene far osservare che nei misteri egiziani la prova della terra era
considerata piuttosto come una preparazione che come una purificazione, ciò senza dubbio perché
l’elemento terra si purifica più con l’azione combinata degli altri tre elementi che da se stesso. In
effetti si è visto che la purificazione promessa all’aspirante ai misteri di Iside doveva aver luogo
solamente attraverso il fuoco, l’aria e l’acqua. Di più, durante la prova della terra l’aspirante era
ancora libero di rinunciare all’iniziazione per rientrare nel mondo profano e solo se persisteva dopo
tale prova gli era proibito di ritirarsi. Allora egli trovava un cancello di ferro davanti al quale
stavano tre uomini giganteschi, coperti ciascuno di un casco sormontato da una testa di cane
raffigurante quella di Anubi. Uno dei giganti gli diceva: «Tu puoi ancora tornare indietro, ma sei
perduto se, proseguendo il cammino, vuoi ritirarti o volti la testa».
Oggi la purificazione avviene ancora attraverso i tre medesimi elementi, ma in un ordine inverso
cioè attraverso l’aria, l’acqua e il fuoco.
Passaggio attraverso l’aria: iniziazione antica. Giunto su di una specie di ripiano in legno, di sei
piedi di lunghezza per tre di larghezza, l’aspirante si trovava davanti una porta d’avorio sopra la
quale erano sospesi due anelli di rame. Dopo vani sforzi per aprire la porta egli si attaccava ai due
anelli. Subito il ripiano si abbassava con gran fracasso e un vento impetuoso spegneva la sua
lampada, cosicché egli si trovava sospeso nel vuoto in mezzo alle tenebre più fitte. Ma a poco a poco
il rumore cessava, il vento si calmava, il ripiano tornava al suo posto e la porta si apriva facendo
penetrare la luce.
Iniziazione moderna. Oggi la prova dell’aria è raffigurata solamente dal rumore che accompagna il
recipiendario durante il suo primo viaggio e che imita il vento, la grandine e il tuono. Questa prova ci
insegna che se anche tutti gli elementi gli sono contro, l’uomo virtuoso non deve mai discostarsi dalla
via dell’onore e che con l’aiuto della perseveranza e del coraggio vedrà che all’uragano seguirà ben
presto la calma.
Passaggio attraverso l’acqua: iniziazione antica. L’aspirante senza altra luce che la sua lampada
era costretto ad attraversare un fiume largo e profondo dalla corrente tumultuosa.
Iniziazione moderna. La prova odierna consiste nell’immergere, alla fine del secondo viaggio, una
mano in un vaso pieno di acqua. Con ciò la M∴ vuol ricordare a tutti i figli della grande famiglia
Mass∴ che essi debbono reciprocamente correggersi dei propri difetti e riparare le proprie colpe con
delle buone opere.
Passaggio attraverso il fuoco: iniziazione antica. L’aspirante era costretto ad attraversare una
camera ardente circondata da alberi in fiamme e avente per pavimento una griglia di ferro arrossata
dal fuoco: doveva passare in mezzo a questa griglia su di uno spazio appena sufficiente per posare i
piedi.
Iniziazione moderna. Ora si fa solamente passare una mano del recipiendario sopra una fiamma a
spirito. Questa fiamma simboleggia la M∴ che dissipa le tenebre accumulate dall’ignoranza,
dall’ipocrisia e dall’ambizione e rappresenta la virtù che trionfa su tutte le persecuzioni, e diffonde
nel mondo la Luce della verità.
Anche i tre viaggi debbono richiamare la nostra attenzione.
Il primo rappresenta la vita umana con le passioni in tumulto e gli interessi sempre in contrasto.
Questo è il suo significato generale, ma simbolicamente esso ricorda l’infanzia o la vita vegetativa
dell’uomo, durante la quale le idee, le parole e le azioni presentano quella confusione che è
raffigurata dai disordinati rumori che accompagnano il viaggio.
Nel secondo si trovano riunite la giovinezza e la maturità, cioè la vita attiva dell’uomo, quella nella
quale egli si erge a lottare contro le passioni proprie e quelle dei suoi simili che sono raffigurate dal
tintinnio delle armi e dai lievi rumori che accompagnano il recipiendario.
Il terzo rappresenta la vecchiaia, che fa brillare di più viva luce l’uomo virtuoso; la morte che porta
al dissolvimento del suo corpo e l’immortalità grazie alla quale egli, quale nuova fenice, rinasce
dalle sue ceneri.
Negli antichi misteri l’iniziazione presentava al candidato due bevande chiamate l’una l’acqua di
Lete per fargli dimenticare i falsi principi del mondo, e l’altra l’acqua di Mnemosine per ricordargli
i saggi ammaestramenti.
Il giuramento, richiesto al candidato al momento della consacrazione, è ben lontano oggi dalla
importanza e dalla gravità che aveva negli antichi misteri. Lo stesso segreto imposto dalla M∴ 
ai suoi adepti si limita ai segni di riconoscimento particolari ai Mass∴ in quanto che l’Ordine ha il più
grande interesse a divulgare la sua dottrina e il suo linguaggio simbolico.
Così le pene stabilite dalla formula del giuramento, per i casi di indiscrezione, sono puramente
morali.
Era ben altra cosa per l’iniziato ai misteri di Iside il quale prestava il giuramento seguente: «Giuro
di non rivelare giammai ad alcun profano ciò che vedrà nei Templi sotterranei e se dovessi essere
spergiuro invoco sulla mia testa la vendetta degli dei del cielo, della terra e degli inferi e la morte
la più terribile». Questa morte consisteva nell’avere il cuore strappato e divorato da uccelli da
preda, ciò che diede origine alla leggenda di Prometeo.
C’è da credere, per l’onore dell’umanità, che un simile supplizio non sia mai stato applicato, 
ma è certo che la violazione del giuramento comportava le pene più severe ed esponeva a gravi pericoli.
Alcibiade infatti fu esiliato per aver rivelato i misteri di Cerere; Aristotile fu accusato di empietà
ed esiliato a Calchi per aver sacrificato ai Mani con le cerimonie in uso ad Eleusi; il poeta Eschilo
per poco non fu lapidato per aver messo in scena il costume degli iniziati. Il dogma della unità
divina, divulgato da Socrate, fu la principale causa della sua condanna a morte.
Ecco a quali eccessi potevano portare dei deplorevoli pregiudizi.
In generale gli iniziatori erano dei personaggi tra i più saggi e i più potenti della loro epoca,
purtuttavia l’orgoglio del sapere e l’amore per il potere riuscivano a convincerli che le verità
filosofiche e religiose non potevano essere portate a conoscenza del popolo senza provocare
perturbamenti morali e sociali e perciò consideravano come un delitto imperdonabile la rivelazione
del senso allegorico delle leggende che essi avevano creato espressamente per mantenere la credulità
popolare e garantire il proprio dominio.
Il rispetto per tali leggende era così grande che non esitarono ad accreditarle con i loro atti: così
Platone e Pitagora sacrificarono a Delo nel Tempio di Apollo; Epicuro a Giove; così Aristotile
ordina nel suo testamento di elevare una statua a Cerere.
Agendo in tal modo nessuno di essi intese abiurare le sane dottrine che avevano, quasi tutti di loro,
appreso nell’iniziazione; ma l’unità di Dio proclamata da Socrate e l’immortalità dell’anima
insegnata da Platone non dovevano che più tardi distruggere il politeismo. E questi grandi uomini,
fidando nell’avvenire, pensavano senza dubbio che, come transizione, era meglio lasciare
momentaneamente il popolo in una credenza errata, piuttosto che esporlo a non credere a nulla
attendendo che il progresso della luce gli permettesse di comprendere infine la verità.
Anziché riservare esclusivamente tale verità ad un piccolo numero di adepti privilegiati, la M∴
moderna si sforza invece di renderla popolare ed è divulgandola che essa rende i più 
grandi benefici all’umanità.
La luce che illumina il recipiendario al momento in cui la benda cade dai suoi occhi rappresenta la
filosofia Mass∴ che deve rischiarare il suo spirito e dirigere il suo cuore.
Il neofita è nominato Apprendista alla G∴ D∴ G∴ A∴ D∴ U∴ e nel nome e sotto gli auspici del
Governo dell’Ordine nella certezza che egli glorificherà con le sue buone opere l’Essere supremo
che gli ha dato la vita e l’Istituzione che gli ha dato la Luce.
Egli deve quindi consacrare tutti i suoi sforzi per realizzare tale duplice speranza.
Infine il neofita riceve dal Ven∴ della L∴:
1° un triplice abbraccio quale prova della buona accoglienza, della stima e dell’affetto che i Mass∴
debbono a tutti i loro Fratelli;
2° un grembiule, simbolo del lavoro, per ricordargli che deve lavorare costantemente per il proprio
miglioramento morale;
3° due paia di guanti bianchi per indicargli che la M∴ considera l’affetto puro tra i due sposi come
fonte della più grande felicità.

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