La Massoneria

Fonte: Salvatore Farina, "IL LIBRO COMPLETO DEI RITUALI MASSONICI", Ed. Gherardo Casini

[...]
È un fatto che intorno alla Massoneria circolano un’infinità di false notizie perché pochi sanno ciò
che essa effettivamente sia, tanto che fra gli stessi iniziati non è difficile trovare chi non saprebbe
dare una definizione esatta dell’Ordine al quale appartiene.
In realtà, determinare che cosa sia la Massoneria non è facile, anche perché attraverso le varie
pubblicazioni ufficiali, si hanno della Massoneria notizie molto sommarie.
Nelle Costituzioni del 1762, pur non essendovi una definizione, vi è ben precisato lo scopo che
l’Ordine si prefigge, il che può essere lo stesso:
«Il regime di vita dei nostri padri, nutriti e cresciuti in mezzo alla perfezione, presenta un quadro
ben diverso dai nostri costumi moderni. In quel tempo avventurato, l’Innocenza, la Purezza e il
Candore conducevano naturalmente il cuore verso la Giustizia e la Perfezione. Però con il tempo si
distrussero tutte le virtù a cagione della corruzione dei costumi e del traviamento del cuore e
dell’intelligenza: e l’Innocenza e il Candore pericolanti, scomparvero man mano, lasciando l’umanità
immersa negli orrori della miseria, dell’ingiustizia e dell’imperfezione. Ciò nonostante il vizio non
prevalse generalmente tra i nostri padri. I nostri primi Cavalieri seppero tenersi lontani dai numerosi
mali che loro minacciavano di rovina e si conservarono in quel felice stato di Innocenza. Giustizia e
Perfezione che fortunatamente legarono alla posterità di secolo in secolo, rivelando i sacri misteri
soltanto a quelli meritevoli di potervi partecipare; nei quali misteri l’Eterno ha permesso che noi
fossimo iniziati».
Nelle «Nuove è Segrete Costituzioni della Antichissima e Venerabilissima Società», promulgate nel
1786 da Federico di Prussia, è scritto:
«Questa Istituzione Universale, le cui origini risalgono alla culla della Società umana, è pura nei
suoi dogmi e nella sua dottrina: è saggia, prudente e morale nei suoi insegnamenti, nella pratica, nei
propositi e nei mezzi: la raccomandano specialmente il fine filosofico e umanitario che si propone.
Ha per oggetto l’Armonia, la Fortuna, il Progresso e il Benessere della Famiglia umana in generale e
di ogni uomo individualmente. Con tali principi è suo dovere lavorare senza posa e con fermezza fino
a raggiungere questo fine unico che si riconosce degno di essa».
Secondo gli Statuti Generali del 1820, l’Ordine dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed
Accettato, che appartiene alla classe degli Ordini Cavallereschi (art. 1), è così definito:
«Quella unione di uomini saggi e virtuosi, che con allegorico significato si appella ordinariamente
«Società dei Liberi Muratori», è stata in ogni tempo considerata come il santuario dei buoni costumi,
la scuola della virtù, il Tempio della filantropia. Essa ha per principio l’esistenza di un Dio, che
adora e rispetta sotto la formula del Grande Architetto dell’Universo; ha per fine il perfezionamento
del cuore umano e si propone, quale mezzo necessario per ottenere questo fine, l’esercizio e la
pratica della virtù. La Società dei Liberi Muratori è di sua natura eminentemente umanitaria ed è
incessantemente occupata ad erigere e fabbricare Templi alla virtù e scavare profonde prigioni al
vizio(1)
Nata nei recessi dei grandi Templi dell’Egitto, dell’India e della Grecia, là dove il mistero
avvolgeva ogni attività spirituale e religiosa, la Massoneria vive la sua vita rigogliosa attraverso
tutto il medio-evo con i Templari, con i Rosa Croce, gli alchimisti e le associazioni di mestiere per
riapparire, agli inizi del secolo XVIII con la sua attuale fisonomia.
Pur fra tante vicende, la Massoneria conserva attraverso i tempi le sue basi filosofiche, alle quali
aggiunge i principi della filantropia e della fratellanza.
Così, accanto alla credenza nel Dio unico, oggetto principale degli antichi misteri, essa pone
l’opera del perfezionamento del cuore umano, la pratica della virtù, la lotta al vizio.
I Massoni credono in Dio e credono anche nell’immortalità dell’anima, come logica conseguenza,(2)
cioè ritengono che l’anima ascenda all’Oriente Eterno per completare quelle cognizioni che qui non
ha che sfiorato.
La filosofia Massonica non costituisce una scuola particolare, perché nel suo simbolismo
rappresenta la sostanza di tutte le filosofie. Dallo studio dei differenti sistemi, la Massoneria trae i
mezzi per conciliarli tutti sui punti necessari alla morale sociale e di conseguenza alla felicità
dell’umanità.
Si afferma da alcuni adepti che la Massoneria è «progressiva» e si vogliono trarre da ciò
argomentazioni per spingere l’Ordine nelle lotte politiche, ciò che è recisamente interdetto da tutte le
Costituzioni e dagli Statuti. Il progresso Massonico non consiste in uno smodato amore per le
innovazioni, perché la Massoneria conosce per dura esperienza che accanto al bene di un
miglioramento, si trova il pericolo dell’innovazione e sa anche che il progresso, per essere durevole,
non deve svilupparsi che con saggia lentezza attraverso la preparazione morale degli uomini. Dove
invece occorre che i Liberi Muratori portino il loro quotidiano, costante, tenace contributo è nella
diffusione della Luce, cioè il progresso nel bene, nella moralità e nella virtù.
La morale Massonica non è né cristiana, né ebraica né maomettana. La Massoneria proclama
determinati principi sui quali i moralisti di tutti i paesi e di tutte le religioni sono d’accordo e si
sforza di armonizzare le opinioni che a volte sono contrastanti solo in apparenza.
La divisa: «Libertà, Uguaglianza, Fratellanza» non è per la Massoneria l’espressione di una teoria
politica, ma soltanto di un principio filosofico, lavorando essa solo nel campo delle idee.
La libertà Massonica non ha nulla di comune con la licenza: la Massoneria non ignora, anzi ricorda
ai suoi membri, che la libertà di ciascuno trova un limite nella libertà degli altri e che se queste due
libertà sono in contrasto, l’interesse del singolo deve cedere all’interesse della collettività.
Comunque essa considera suo dovere denunciare e smascherare ogni atto che attenti alla libertà
individuale e alla libertà spirituale.
L’uguaglianza fa sì che agli occhi della Massoneria gli uomini non si distinguano, gli uni dagli altri
che per le loro qualità morali.
La fratellanza porta gli uomini a considerarsi cittadini del mondo, a vedere nell’universo un sol
popolo di fratelli e nell’umanità una sola grande famiglia.
Come si è visto, la Massoneria impone ai suoi membri la credenza in Dio, sotto il simbolo del G∴
A∴ D∴ U∴ al quale i buoni Massoni rendono un culto particolare.
Alcuni credono la Massoneria una religione, ritenendo che nessuna religione giustifichi così bene il
senso etimologico della parola come la Massoneria che è riuscita a congiungere («religo») gli uomini
al Creatore con i suoi legami di amore e di rispetto e a riunire tutte le creature tra loro con legami di
fraternità, di amicizia e di filantropia.
La Massoneria non è una religione. Innanzi tutto, accanto alla credenza in Dio, ogni religione ha
posto una serie di dogmi speciali, riconosciuti impenetrabili alla ragione, ma che formano tanti
articoli di fede. E poiché questi dogmi variano secondo le differenti religioni e ciascuna religione si
dichiara infallibile in virtù di una pretesa rivelazione divina, esse sono giunte ad una reciproca
esclusione. Inoltre le forme stabilite per onorare la Divinità subiscono delle varianti così importanti
e sostanziali che ogni persona religiosa crede di servire male il suo Dio se non si attiene, per il culto,
alle speciali pratiche che la sua religione gli prescrive.
La Massoneria al contrario non prescrive e non esclude né dogmi né culti particolari: essa esige una
sola professione di fede: credere in Dio. Del resto essa ammette nel suo seno uomini professanti tutti
i culti e tutte le religioni educandoli alla tolleranza e allontanandoli dal fanatismo e dalla
superstizione.
Questo compito è tutt’altro che di facile realizzazione, anzi presenta le più gravi difficoltà in quanto
che la Massoneria non si illude di dare al mondo degli uomini perfetti per il solo fatto che essi siano
stati iniziati.
L’iniziazione crea lo stato d’animo adatto a ricevere i principi Massonici: il lavoro di assorbimento
è lento e si ottiene solo dopo un’opera tenace: ecco perché in Massoneria esistono i vari gradi.
Si è detto già che fine ultimo della Massoneria è che le frontiere si abbassino avanti alla ragione
umana, l’universo divenga una famiglia e l’umanità un popolo di fratelli.
Per raggiungere tale altissimo e nobilissimo scopo la Massoneria si vale di un insegnamento
speciale svolto attraverso i suoi «misteri».
La parola «misteri», consacrata dalle antiche iniziazioni, è stata naturalmente adattata alle
iniziazioni moderne, ma occorre ben precisarne il senso per distruggere le pericolose prevenzioni
nate nel passato e per prevenire, per quanto possibile, future errate interpretazioni.
I misteri Massonici sono tutte verità morali nascoste sotto forme allegoriche, cioè espresse con
segni, parole, numeri, formule, racconti e cerimonie simboliche. Se questo simbolismo serve in parte
quale mezzo di riconoscimento tra gli iniziati, esso in realtà concorre a mettere in evidenza i punti
essenziali della dottrina Massonica.
Se il parlare più diretto sembra a prima vista il più convincente per insegnare la morale e la virtù,
non si tarda a convincersi che senza il soccorso dell’allegoria, l’insegnamento morale, privo di
attrattive per la maggior parte degli uomini, rimarrebbe sempre pressoché infruttuoso e sterile.
L’allegoria tratta dalla natura, è stato il linguaggio primitivo dell’umanità. Quei nomi che l’uomo
seppe trovare per gli oggetti a lui più comuni, furono ben presto per analogia applicati alle persone e
alle cose che avevano comunque con essi rapporti di rassomiglianza.
Ma è sopra tutto quando il pensiero si slanciò dal mondo fisico a quello morale che divenne
indispensabile ricorrere all’allegoria. Quando si vollero rendere concrete le idee più astratte, quali
l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima, la costruzione armoniosa dell’Universo, al linguaggio
figurato delle parole si aggiunse quello dei segni e degli emblemi. Così un triangolo equilatero
rappresentò la Divinità, una farfalla l’anima o la vita, ecc. Di qui i racconti meravigliosi della
mitologia, le parabole e tutte le figure misteriose che fecero la delizia dell’antichità.
L’allegoria, specie in Egitto, divenne il linguaggio sacro. Il confronto tra le iniziazioni moderne con
le antiche non permette di dubitare che la Massoneria deve all’Egitto la maggior parte dei suoi
misteri e quindi anche i principali elementi del suo linguaggio simbolico. L’allegoria sola riesce –
attraverso le vicissitudini dei secoli – a salvare e a trasmettere il deposito sacro delle scienze che
nessun altro linguaggio umano sarebbe riuscito a conservare. Ora, sia che si consideri la Massoneria
come contemporanea degli antichi misteri o come semplice ereditiera di questi, essa non potrebbe
abbandonare il simbolismo senza ripudiare in un certo qual modo la sua origine, la sua storia e senza
smarrire il filo prezioso che deve dirigere i suoi adepti nel labirinto pressoché inestricabile del
passato. Ma non basta: il presente stesso reclama il soccorso dell’allegoria, se non per proteggere
l’Ordine contro le persecuzioni, almeno per salvarlo contro gli attentati più pericolosi alla sua
esistenza: più forte cioè è la lotta nel mondo profano al regno dello spirito e della virtù, più bisogna
opporre ai nemici del bene i principi fecondi della fraternità, della carità e dell’amore Massonico,
principi che all’Ordine è caro trasmettere ai suoi adepti attraverso il suo secolare simbolismo.
Quel simbolismo, che superando le barriere delle varie lingue, presenta da solo ai Massoni sparsi
nel mondo, i vantaggi inapprezzabili di una lingua universale: esso formula e risolve i più ardui
problemi della morale con la rapidità e l’energica concisione del pensiero; esso infine, risalendo alla
fonte di tutte le credenze umane, di cui riassume i misteri, porta la fiaccola della Verità sugli errori
più funesti e compone i più deplorevoli dissensi.
«In conclusione(3), la Massoneria è nata e vive per liberare lo spirito dell’uomo. Non però con
assalti inconsulti si otterrà la liberazione, perché gli assalti non riusciranno che con la prudenza e la
ragione.
La lotta ha bisogno di uomini provati e risoluti. Fornire all’Umanità questi conduttori resi abili
dallo studio, implacabili dal dovere è lo scopo dell’insegnamento e dell’azione della Massoneria
nelle sue iniziazioni».
[...]

Note
1) Dalla Prefazione agli Statuti Generali del 1820. 
2) Nel Rituale per i funerali Massonici è contenuta la seguente invocazione: «Grande Architetto dell’Universo, forza infinita, fuoco venerato che tutto ciò che vive fecondi, immutabile origine di ogni trasformazione, fa’ che il nostro Fratello possa vivere eternamente con Te, come ha vissuto con noi».
3) Dal Rituale del 4∴ grado.

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