martedì 10 dicembre 2019

Identità del Grande Oriente d'Italia

I. La Massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani è un Ordine iniziatico i cui membri operano per l’elevazione morale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia.
II. La natura della Massoneria e delle sue istituzioni è umanitaria, filosofica e morale. Essa lascia a ciascuno dei suoi membri la scelta e la responsabilità delle proprie opinioni religiose, ma nessuno può essere ammesso in Massoneria se prima non abbia dichiarato esplicitamente di credere nell’Essere Supremo.
III. La Massoneria non è una religione né intende sostituirne alcuna: non pratica riti religiosi, non valuta le credenze religiose, non si occupa di nessun tema teologico, non consente ai propri membri di discutere in Loggia in materia di religione.
IV. La Massoneria lavora con propri metodi, mediante l’uso di Rituali e di simboli coi quali esprime ed interpreta i principi, gli ideali, le aspirazioni, le idee, i propositi della propria essenza iniziatica.
V. Essa stimola la tolleranza, pratica la giustizia, aiuta i bisognosi, promuove l’amore per il prossimo e ricerca tutto ciò che unisce fra loro gli uomini ed i popoli per meglio contribuire alla realizzazione della fratellanza universale.
VI. La Massoneria afferma l’alto valore della singola persona umana e riconosce ad ogni uomo il diritto di contribuire autonomamente alla ricerca della verità. Essa inizia soltanto uomini di buoni costumi, senza distinzione di origine o di ceto sociale.
VII. I Lavori di Loggia sono di natura strettamente riservata, ma non segreta.
VIII. II Massone è tenuto a rispettare scrupolosamente la Carta Costituzionale dello Stato nel quale risiede o che lo ospita e le leggi che ad essa di ispirino.
IX. La Massoneria non permette ad alcuno dei suoi membri di partecipare o anche semplicemente di sostenere od incoraggiare qualsiasi azione che possa turbare la pace e l’ordine liberamente e democraticamente costituito della società.
X. La Massoneria è apolitica.
Essa impone ai suoi membri i doveri di lealtà civica, riserva loro il diritto di formarsi la propria opinione riguardo agli affari pubblici, ma né in Loggia né in qualsiasi altro momento dell’attività massonica, è consentito loro discutere in materia di politica.
XI. I Massoni hanno stima, rispetto e considerazione per le donne. Tuttavia, essendo la Massoneria l’erede della Tradizione Muratoria operativa non le ammette nell’Ordine.
XII. Ogni membro al fine di rendere sacri i propri impegni, deve aver prestato Solenne Promessa sul Libro della Legge da esso ritenuta Sacra.
(fonte Grande Oriente d’Italia, “Antichi Doveri, Costituzione, Regolamento dell’Ordine, Gran Loggia del 6-7-8 aprile 2018”, pp. XVI-XVII)

Gran Loggia 2018. Il Gran Maestro presenta 'Massofobia'

Fonte: GOI



“Massofobia. L’Antimafia dell’Inquisizione” è il libro-documento scritto dal Gran Maestro Stefano Bisi, edito da Tipheret, che racconta la complessa e articolata vicenda dell’indagine dell’Antimafia sulla Libera Muratoria associata alla mafia, del pretestuoso sequestro degli elenchi degli iscritti di Calabria e Sicilia e delle iniziative legali intraprese dal Grande Oriente d'Italia, in sua difesa, a livello europeo. Il Gran Maestro lo ha presentato anche al Palacongressi di Rimini nell'ambito della rassegna 'Incontri con l'autore' realizzata dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia per la Gran Loggia 2018 Liberi di Conoscere che si è svolta dal 6 all'8 aprile nella città romagnola. Il sequestro degli elenchi - scrive Stefano Bisi nella introduzione - è "un atto arbitrario e discriminatorio che da Gran Maestro ho subito stigmatizzato iniziando una battaglia laica per la salvaguardia e la difesa dei diritti associativi non solo degli iscritti al nostro Ordine ma di tutti, peraltro previsti in modo inequivocabile dalla Carta Costituzionale della Repubblica Italiana". "Pensiamo che sia doveroso far conoscere - si legge ancora nel testo - non solo ai Fratelli ma anche agli uomini liberi e coscienti, gli avvenimenti e i fatti che attraverso meri teoremi e senza alcun reale notitia criminis hanno portato i membri della Commissione Antimafia, alcuni colpiti da vera e propria massofobia, a sostenere l’assunto delle infiltrazioni mafiose all’interno della Massoneria regolare senza distinguo e senza porsi il minimo dubbio. Questo singolare modo di pensare e di procedere unitamente ad alcuni disegni di legge palesemente antimassonici che si rifanno alla legge fascista che mise al bando la Libera Muratoria devono fare riflettere e indurre non solo i massoni alla difesa della libertà di associazione. Certi che la Corte Europea dei diritti dell’Uomo saprà vagliare con equità ed equilibrio la vicenda giuridica della quale questo libro vuole essere fedele testimonianza".

Antichi Doveri

(fonte Grande Oriente d’Italia,“Antichi Doveri, Costituzione, Regolamento dell’Ordine, G.L. del 31 marzo / 1-2 aprile 2006”, pp. V-XIII)

I DOVERI
DI UN LIBERO MURATORE

Edizione del 1723

Le Costituzioni dei Liberi Muratori di James Anderson

estratti dagli antichi documenti di Logge di oltremare e di quelle di Inghilterra, Scozia Irlanda per l’uso delle Logge di Londra: da leggere quando si fanno nuovi Fratelli o quando il Maestro lo ordini.

I TITOLI GENERALI, ossia

  1. Di Dio e della Religione.
  2. Del Magistrato civile supremo e subordinato.
  3. Delle Logge.
  4. Dei Maestri, Sorveglianti, Compagni e Apprendisti.
  5. Della condotta dell’Arte nel lavoro.
  6. Del comportamento, ossia
    1. Nella Loggia allorché costituita.
    2. Dopo che la Loggia è chiusa e i Fratelli non sono usciti.
    3. Quando i Fratelli si incontrano senza estranei, ma non in una Loggia.
    4. In presenza di estranei non Massoni.
    5. In casa e nelle vicinanze.
    6. Verso un Fratello straniero.

I
CONCERNENTE DIO E LA RELIGIONE


Un Muratore è tenuto, per la sua condizione, ad obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della Religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando ad essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti.

II
DEL MAGISTRATO CIVILE SUPREMO E SUBORDINATO


Un Muratore è un pacifico suddito dei Poteri Civili, ovunque egli risieda o lavori e non deve essere mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace e il benessere della Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori; poiché la Muratoria è stata sempre danneggiata da guerre, massacri e disordini, così gli antichi Re e Prìncipi sono stati assai disposti ad incoraggiare gli uomini dell’Arte, a causa della loro tranquillità e lealtà; per cui essi praticamente risposero ai cavilli dei loro avversari e promossero l’onore della Fraternità, che sempre fiorì nei tempi di pace. Cosicché se un Fratello divenisse un ribelle contro lo Stato, egli non deve essere favoreggiato nella sua ribellione, ma piuttosto compianto come uomo infelice; e, non convinto di altro delitto, sebbene la leale Fratellanza possa e debba sconfessare la sua ribellione e non dare ombra o base per la gelosia politica del Governo in essere, egli non può venire espulso dalla Loggia e il suo vincolo rimane irrevocabile.

III
DELLE LOGGE


Una loggia è un luogo dove i Muratori si raccolgono ed operano per cui tale assemblea, o debitamente organizzata società di Muratori, è chiamata una Loggia, ed ogni Fratello deve appartenere ad una ed essere soggetto alle sue norme ed ai regolamenti generali. Essa è particolare o generale e ciò si comprenderà meglio frequentandola e mediante i regolamenti inerenti della Loggia generale o Gran Loggia. Nei Tempi antichi, né Maestro né Compagno poteva esservi assente, specialmente quando convocato ad apparirvi, senza incorrere in severa censura, salvo che non risultasse al Maestro e ai Sorveglianti che forza maggiore lo aveva impedito.
Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona reputazione.

IV
DEI MAESTRI, SORVEGLIANTI, COMPAGNI
E APPRENDISTI


Tutte le preferenze fra i Muratori sono fondate soltanto sul valore reale e sul merito personale: che cosi i committenti siano serviti bene, che i Fratelli non debbano vergognarsi né che l’Arte Reale venga disprezzata: Perciò nessun Maestro o Sorvegliante sia scelto per anzianità, ma per il suo merito. È impossibile descrivere tali cose per iscritto ed ogni Fratello deve stare al suo posto ed addestrarsi in una via peculiare a questa Fraternità: I Candidati possono sapere soltanto che nessun Maestro può assumere un Apprendista se non ha bastevole occupazione per lui, se non è un giovane perfetto, non avente nel suo corpo mutilazioni o difetti che lo possano rendere incapace di apprendere l’Arte, di servire il committente del Maestro e di essere creato Fratello e poi a tempo debito Compagno d’Arte, quando egli abbia servito un termine di anni quale comporta il costume del Paese; e che egli discenda da genitori onesti; che così, se altrimenti qualificato, egli possa accedere all’onore di essere il Sorvegliante e poi il Maestro della Loggia, il Gran Sorvegliante ed anche il Gran Maestro di tutte le Logge, secondo il suo merito. Nessun Fratello può essere Sorvegliante se non ha svolto il ruolo di Compagno d’Arte, né Maestro se non ha funzionato da Sorvegliante, né Grande Sorvegliante se non è stato Maestro di una Loggia, né Gran Maestro se non è stato Compagno d’Arte prima della sua elezione, essendo anche di nobile nascita o gentiluomo delle più elevate maniere o eminente studioso od originale architetto o altro artista, discendente da genitori onesti e che sia di merito singolarmente grande nella opinione delle Logge. E per il migliore, più agevole e più onorevole adempimento di tale ufficio, il Gran Maestro ha il potere di scegliere il suo proprio Deputato Gran Maestro che deve essere, o essere stato precedentemente, il Maestro di una Loggia particolare, ed ha il privilegio di agire come può agire il Gran Maestro, suo principale, a meno che il detto Principale sia presente o interponga la sua autorità con una lettera. Questi Ordinatori o Governatori, supremi e subordinati, dell’antica Loggia, debbono essere obbediti nei loro rispettivi ambiti da tutti i Fratelli, secondo gli antichi doveri e regolamenti, con tutta umiltà, reverenza, amore e alacrità.

V
DELLA CONDOTTA DELL’ARTE NEL LAVORO


Tutti i Muratori devono lavorare onestamente nei giorni di lavoro, onde possano vivere decorosamente nei giorni di festa; e il tempo stabilito dalla legge del Paese, o confermato dal costume, deve essere osservato. Il più esperto dei Compagni d’Arte deve essere scelto o nominato Maestro, o sovraintendente del lavoro del committente; deve essere chiamato Maestro da coloro che lavorano sotto di lui. Gli uomini dell’Arte devono evitare ogni cattivo linguaggio e non chiamarsi fra loro con alcun nome spregevole ma Fratello o Compagno; ed essere cortesi fra loro sia dentro che fuori dalla Loggia. Il Maestro, conscio della sua abilità, condurrà il lavoro del committente nel modo più ragionevole e lealmente impiegherà le sostanze di questi come se fossero le sue proprie; né darà ad alcun Fratello o Apprendista un salario superiore a quanto realmente merita. Sia il Maestro che i Muratori riceventi il loro giusto salario devono essere fedeli al committente ed onestamente compiere il suo lavoro, sia a misura che a giornata; non debbono lavorare a misura quando è ancora usanza lavorare a giornata. Nessuno deve manifestare invidia per la prosperità di un Fratello, né soppiantarlo o fargli togliere il suo lavoro se egli è capace di compierlo; nessuno può finire il lavoro di un altro per l’utile del committente, se non ha piena coscienza dei progetti e dei disegni di colui che lo ha cominciato. Quando un Compagno dell’Arte è scelto come Sorvegliante del lavoro sotto il Maestro, egli deve essere leale sia col Maestro che coi Compagni, deve accuratamente sorvegliare il lavoro nell’assenza del Maestro a beneficio del committente; ed i Fratelli devono obbedirgli. Tutti i Muratori impiegati riceveranno il loro salario docilmente, senza mormorazioni e senza ribellioni, e non lasciare il Maestro fino a che il lavoro sia compiuto. Un Fratello più giovane deve venire istruito nel lavoro per impedire che sprechi materiale per inesperienza e perché si ingrandisca e si mantenga nell’amore fraterno. Tutti gli arnesi usati nel lavoro devono essere approvati dalla Gran Loggia. Nessun lavorante deve essere adibito a lavori propri della Muratoria, né i Liberi Muratori potranno mai lavorare con coloro che sono non liberi, senza una urgente necessità; né essi possono insegnare ai lavoranti e ai Muratori non accettati, come devono insegnare a un Fratello o Compagno.

VI
DEL COMPORTAMENTO, ossia


  1. Nella Loggia allorché costituita.
    Non dovete formare comitati particolari o separate conversazioni senza l’assenso del Maestro, non trattare di alcuna cosa inopportuna o sconveniente, non interrompere il Maestro o i Sorveglianti, o alcun Fratello che parla col Maestro. Non occuparvi di cose ridicole o scherzose mentre la Loggia è impegnata in altre serie e solenni; non usare alcun linguaggio sconveniente sotto alcun pretesto; ma rivolgere la dovuta riverenza al vostro Maestro, ai Sorveglianti, ai Compagni e inducendo questi al rispetto.
    Se qualsiasi accusa fosse promossa, il Fratello trovato colpevole deve accettare il giudizio e la decisione della Loggia, che è giudice idoneo e competente di tutte queste controversie (a meno che non portiate appello alla Gran Loggia) e davanti alla quale devono essere portate, a meno che un lavoro del committente non debba venire interrotto, nel qual caso ci si dovrà regolare opportunamente; ma non dovete andare in giudizio per quanto concerne la Muratoria, senza assoluta necessità riconosciuta dalla Loggia.
  2. Comportamento quando la Loggia è chiusa ed i Fratelli non sono usciti.
    Potete divertirvi con innocente allegria, trattandovi l’un l’altro a vostro talento, ma evitando ogni eccesso, o di spingere alcun Fratello a mangiare o bere oltre la sua inclinazione o di impedirgli di andare quando le circostanze lo chiamano, o di fare o dire cose offensive e che possono impedire una facile e libera conversazione; poiché questo turberebbe la nostra armonia e vanificherebbe i nostri lodevoli propositi. Perciò né ripicche o questioni personali possono essere introdotte entro la porta della Loggia, ancor meno qualsiasi questione inerente la Religione o le Nazioni o la politica dello Stato, noi essendo soltanto, come Muratori, della summenzionata Religione Universale; noi siamo inoltre di tutte le Nazioni, Lingue, Discendenze e Idiomi e siamo avversi a tutte le politiche, come a quanto non ha mai portato al benessere della Loggia né potrebbe portarlo mai. Questo dovere è stato sempre strettamente posseduto e osservato; ma specialmente dal tempo della Riforma in Britannia, o il dissenso e la seces¬sione di tali nazioni dalla Comunione di Roma.
  3. Comportamento quando i Fratelli si incontrano senza estranei ma non in una Loggia costituita.
    Vi dovete salutare l’un l’altro in modo cortese, come siete stati istruiti, chiamandovi Fratello l’un l’altro, liberamente fornendovi scambievoli istruzioni che possano essere utili, senza essere visti o uditi, e senza prevalere l’un sull’altro o venendo meno al rispetto dovuto ad ogni Fratello, come se non fosse Muratore. Per quanto tutti i Muratori siano, come Fratelli, allo stesso livello, pure la Muratoria non toglie ad un uomo quell’onore di cui godeva prima; piuttosto aumenta tale onore, specialmente se egli avrà bene meritato della Fratellanza si deve onore a colui cui è dovuto, ed evitare le cattive maniere.
  4. Comportamento in presenza di estranei non Massoni.
    Sarete cauti nelle vostre parole e nel vostro portamento affinché l’estraneo più accorto non possa scoprire o trovare quanto non è conveniente che apprenda; e talvolta dovrete sviare un discorso e manipolarlo prudentemente per l’onore della rispettabile Fratellanza.
  5. Comportamento in casa e nelle vicinanze.
    Dovete agire come si conviene a uomo morale e saggio; particolarmente non lasciate che la vostra famiglia, amici e vicini conoscano guanto riguarda la Loggia ecc. ma saggiamente tutelate l’onore vostro e quello dell’antica Fratellanza, per ragioni da non menzionare qui. Voi dovete anche tutelare la vostra salute non intrattenendovi troppo a lungo o troppo lontano da casa, dopo che le ore di Loggia sono passate; ed evitando la ghiottoneria e l’ubriachezza, affinché le vostre famiglie non siano trascurate od offese, né voi inabilitati a lavorare.
  6. Comportamento verso un Fratello straniero.
    Lo esaminerete cautamente, conducendovi secondo un metodo di prudenza affinché non siate ingannati da un ignorante falso Pretendente, che dovrete respingere con disprezzo e derisione, guardandovi dal fargli alcun segno di riconoscimento.
    Ma se accertate che egli è un vero e genuino Fratello, dovete rispettarlo di conseguenza; e se egli è in bisogno, dovete aiutarlo se potete, oppure indirizzarlo dove possa essere aiutato: Dovete occuparlo per qualche giornata di lavoro oppure raccomandarlo perché venga occupato.
    Ma non siete obbligato a fare oltre la vostra possibilità, soltanto a preferire un Fratello povero, che è un uomo buono e sincero, prima di qualsiasi altra persona povera nelle stesse circostanze. Finalmente, tutti questi doveri voi dovete osservare ed anche quelli che vi saranno comunicati per altra via; coltivando l’amore fraterno, la pietra di fondazione e di volta, il cemento e la gloria di questa antica Fratellanza, evitando tutte le dispute e questioni, tutte le maldicenze e calunnie, non consentendo agli altri di diffamare qualsiasi onesto Fratello, ma difendendo il suo carattere e dedicandogli i migliori uffici per quanto consentito dal vostro onore e sicurezza e non oltre.
    E se qualcuno vi fa ingiuria, dovete rivolgervi alla vostra o alla sua Loggia e, dopo, appellarvi alla Gran Loggia nelle assemblee trimestrali e quindi alla Gran Loggia annuale, come è stato l’antico lodevole costume dei nostri antenati in ogni Nazione; non dovete intraprendere un processo legale a meno che il caso non possa venire risolto in altro modo e pazientemente affidatevi all’onesto e amichevole consiglio del Maestro e dei Compagni, allorché essi vogliono evitare che voi compariate in giudizio contro estranei e vi esortano ad accelerare il corso della giustizia, che cosi farete meglio l’interesse della Muratoria con migliore alacrità e successo; ma, rispetto a Compagni o Fratelli in giudizio, il Maestro e i Fratelli dovranno gentilmente offrire la loro mediazione, che a loro deve essere con riconoscenza affidata dai Fratelli contendenti; e se tale sottomissione è impraticabile, questi potranno condurre il loro processo o causa, senza animosità e senza collera (non nel modo comune), facendo od omettendo quanto possa compromettere l’amore fraterno, e buoni uffici devono essere rinnovati e continuati; che tutti possano vedere la benefica influenza della Muratoria, come tutti i veri Muratori hanno fatto dal principio del mondo e faranno fino alla fine del tempo.
Amen, così sia.

(fonte Grande Oriente d’Italia,“Antichi Doveri, Costituzione, Regolamento dell’Ordine, G.L. del 31 marzo / 1-2 aprile 2006”, pp. V-XIII)

lunedì 9 dicembre 2019

I Principi Della Libera Muratoria

Dal Grande Oriente di Roma il XXX giorno del VII mese dell'anno 6016 di V∴ L∴ 30 settembre 2016 E∴ V∴
SERENISSIMA GRAN LOGGIA NAZIONALE ITALIANA degli A:.L:.A:.M:. Tradizione di Piazza del Gesù Grande Oriente di Roma

STATUTI
GENERALI

[...]
La libera muratoria proclama, come ha proclamato sin dalla sua origine, l'esistenza di un principio creatore, sotto il nome di Grande Architetto dell'Universo. Essa non impone alcun limite alla ricerca della verità, ed è per garantire questa libertà che esige da tutti la tolleranza. 
La libera muratoria è dunque aperta agli uomini di tutte le nazionalità, di tutte le razze, di tutte le credenze. 
Essa interdice nelle sue Officine ogni discussione politica e religiosa; accoglie qualunque profano senza preoccuparsi di conoscere quali siano le sue opinioni politiche e religiose, purché sia libero e di buoni costumi. 
La libera muratoria ha per scopo di lottare contro l’ignoranza sotto tutte le forme; è una scuola scambievole, il cui programma si riassume in questi punti: obbedire alle leggi del proprio paese, vivere con onore, praticare la giustizia, amare i propri simili, lavorare senza posa al bene dell'umanità e perseguire la sua emancipazione progressiva e pacifica. Ecco ciò che la libera muratoria adotta e vuol far adottare a coloro che hanno il desiderio di appartenere alla famiglia muratoria. 
Per innalzare l'uomo ai propri occhi, per renderlo degno dell'alta missione affidatagli sulla terra, la libera muratoria pone, come principio, che il bene più prezioso è la libertà; la libertà patrimonio dell'umanità, raggio cosi luminoso che nessun potere ha il diritto di spegnere o di offuscare e che è la fonte di ogni sentimento d'onore e di dignità. 
Dalla preparazione al 1° grado fino al conferimento del grado più elevato, la prima condizione, senza la quale nulla è accordato all'iniziando, è una reputazione d'onore e di probità indiscussi.
Agli uomini per i quali la religione è la consolazione suprema, la libera muratoria dice: coltivate la vostra religione senza ostacolo e seguite le aspirazioni della vostra coscienza. La libera muratoria non è una religione, non è un culto: la sua religione riposa tutta intera in questa massima: ama il tuo prossimo. 
A coloro che temono, a ragione, i dissensi politici, la libera muratoria dice: io proscrivo dalle mie riunioni ogni discussione, ogni dibattito politico; sii per la tua patria un servitore fedele e devoto, non avrai alcun conto da renderci. l'amore per la patria d'altra parte, si accorda molto bene con la pratica di tutte le virtù! [...]

L'Iniziazione Massonica: La Camera (o Gabinetto) di Riflessione, I Tre Viaggi, Il Testamento ed Il Giuramento

Fonte: SALVATORE FARINA - Il Libro Completo dei Rituali Massonici - Gherardo Casini Editore

Iniziazione. – Negli antichi misteri l’iniziazione era preceduta da numerose formalità preparatorie
quali il digiuno, le abluzioni e la solitudine sotterranea che duravano molti mesi; oggi la preparazione
si limita ad un breve soggiorno in una stanza chiamata camera o gabinetto di riflessione.
L’aspirante è chiuso in una stanza impenetrabile alla luce del giorno, illuminata da una sola
lampada, simbolo dell’unità divina alla quale egli deve chiedere di essere ispirato. Tutto in questa
stanza, dagli emblemi alle iscrizioni, alla decorazione funebre, deve spingere alla più profonda
meditazione.
Se l’immagine della morte è presentata al recipiendario all’inizio della sua carriera Massonica è
perché la M∴ considera l’idea della morte come il migliore insegnamento della vita. In effetti di
fronte a questo pensiero tutte le vanità umane svaniscono e l’uomo si trova solo, in presenza di Dio e
dell’eternità.
Il pane e l’acqua riuniti insieme simboleggiano la frugalità.
Come il pane è il nutrimento del corpo, così i buoni pensieri debbono essere il nutrimento dello
spirito e le buone opere il nutrimento del cuore.
Come l’acqua calma il bruciore della sete e diffonde nei sensi una dolce freschezza, così la
moderazione spegne i brucianti desideri dell’orgoglio e fa penetrare nell’anima il refrigerante
profumo della modestia.
Con un poco di riflessione è facile completare il senso naturale delle iscrizioni:
«Se la curiosità ti ha condotto qui, vattene». La M∴, che non contiene che gravi insegnamenti e che
si preoccupa, con dei saggi precetti, più di essere utile che di piacere, non può offrire alimenti
sufficienti ad una vana curiosità. E se da una parte approva ed incoraggia il desiderio di istruirsi
attraverso seri studi, dall’altra biasima e cerca di reprimere il folle amore per le cose futili.
«Se temi di essere illuminato sui tuoi difetti, ti troverai male fra noi ». La Fratellanza Massonica
autorizza, e qualche volta persino esige, delle reciproche osservazioni sui nostri difetti. Una critica
amara non farebbe che aggravarli, ma un avvertimento amichevole, riesce molto spesso a correggerli.
«Se sei capace di dissimulare, trema, sarai scoperto». Poiché l’ipocrisia è considerata dai
Massoni come una delle principali cause di male, essi si adoperano a smascherarla e a combatterla
ovunque la incontrino, e l’aspirante che ha le maggior probabilità di essere ammesso all’iniziazione è
quello che dà prova della maggior franchezza.
«Se tu tieni alle distinzioni umane, esci, qui non se ne conoscono». Benché la M∴ rispetti le
distinzioni gerarchiche necessarie allo stato sociale, essa purtuttavia le fa sparire nei suoi Templi, fra
i suoi adepti che sono tutti uguali, come Fratelli.
«Se la tua anima ha sentito il timore, non andare più oltre ». Questo ammonimento era necessario
negli antichi misteri, perché l’aspirante doveva subire delle prove terribili e se aveva la digrazia di
arrestarsi per timore, restava rinchiuso nei templi sotterranei per il resto della vita, per rendergli
impossibile ogni indiscrezione nel mondo profano.
Oggi le prove, singolarmente attenuate, non sono tali da recar preoccupazioni al recipiendario, e il
timore che questi potrebbe manifestare durante le prove stesse, non avrebbero per lui alcun risultato
spiacevole; ma è importante fargli comprendere che il coraggio è spesso necessario nelle prove della
vita e che può divenire indispensabile anche per il compimento dei doveri Massonici in epoche di
intolleranza e di persecuzione.
«Se tu perseveri, sarai purificato dagli elementi, uscirai dall’abisso delle tenebre, perverrai alla
Luce». Nei misteri egizi, un ammonimento presso a poco simile era rivolto al recipiendario: «Ogni
morto, che procederà solo e senza incertezza in questo recinto tenebroso, sarà purificato dal
fuoco, dall’acqua e dall’aria, e sarà iniziato ai sacri misteri della dea Iside». Allora, come oggi,
la purificazione elementare simboleggiava la purificazione morale che deve operare l’iniziazione,
dissipando le tenebre dell’ignoranza e i pregiudizi mondani e facendo brillare agli occhi degli
iniziati la luce della verità.
Il testamento che l’aspirante deve compilare, diveniva esecutivo in Egitto per tutti coloro che, non
essendo riusciti nelle prove e non avendo potuto ottenere l’iniziazione, erano rinchiusi nei templi
sotterranei per il resto della loro esistenza. Essi venivano obbligati a scrivere ai loro cari in questi
termini: «Gli dei giusti e misericordiosi hanno punito la nostra temerarietà, abbiatevi il nostro
eterno addio; noi siamo per sempre separati dal mondo, ma il nostro ritiro è dolce e tranquillo.
Temete e rispettate gli dei ». Da quel momento essi non comunicavano più con alcun profano e
passavano per morti.
La formalità del testamento ricorda oggi al candidato che dobbiamo essere sempre pronti ad
abbandonare l’Oriente della vita, e che le nostre azioni devono sempre essere regolate in modo 
che una fine prematura o improvvisa lasci di noi il miglior ricordo.
Finalmente, le tre domande alle quali l’aspirante deve rispondere sono destinate a far 
conoscere edapprezzare la sua moralità, perché esse abbracciano tutta la morale, il cui oggetto 
è proprio quello di insegnare all’uomo i suoi tre grandi doveri: verso l’umanità, verso la patria 
e verso sé stesso.
Soltanto dopo che avrà risposto a queste tre domande, il candidato otterrà il permesso di
abbandonare il gabinetto di riflessione per essere introdotto in Loggia.
Le prove di questo grado consistono nel passaggio per i quattro elementi e sono precedute da
qualche disposizione preparatoria.
L’aspirante è presentato alle prove spoglio dei metalli e dei gioielli, prima di tutto per fargli
comprendere che non può raccomandarsi all’assemblea davanti alla quale si presenta, se non per i
suoi meriti personali, e non per la sua fortuna o per i suoi ornamenti, e poi per insegnargli che non
deve attribuire troppo valore alle ricchezze, essendo la cupidigia un vizio ignobile che genera i più
grandi delitti.
Ha gli occhi coperti da una benda ed è svestito a metà per provare alla M∴ che egli si mette nelle
sue mani con la maggiore confidenza ed in piena umiltà. Inoltre la benda rappresenta gli errori e i
pregiudizi del mondo profano che la M∴ è destinata a dissipare; la scarsezza di vestiti indica che la
virtù, vero ornamento dell’uomo, resta il più delle volte incompleta senza il soccorso della Luce
della M∴
Nei misteri antichi, come nei moderni, l’iniziazione ha avuto sempre per scopo di purificare
moralmente il recipiendario e siccome il principale mezzo di rendere sensibili le idee morali 
è di dare loro una figurazione materiale, così la purificazione morale è stata 
generalmente rappresentata da una purificazione materiale per mezzo dei quattro elementi o 
di alcuni di essi.
È da rilevare che nella maggior parte delle antiche iniziazioni la purificazione elementare costituiva 
la parte principale delle prove che erano molto più complicate e difficili.
Passaggio per la terra: antica iniziazione. L’aspirante ai misteri di Iside, munito di una lampada e
dei mezzi necessari per riaccenderla qualora si fosse spenta, percorreva un corridoio lungo e
tortuoso nel quale non poteva avanzare che strisciando. All’estremità di questo corridoio egli trovava
un pozzo di cento cinquanta piedi di profondità, in fondo al quale si discendeva prima con una scala
di ferro di sessanta gradini e quindi per una scala tagliata a spirale nel vivo della roccia. Giunto in
fondo al pozzo egli doveva ancora percorrere una strada lunga oltre una lega, sempre solo, in un
profondo silenzio e senza altra luce che quella della sua debole lampada. È da questa prova che è
sorto il detto che la verità si trova in fondo al pozzo.
Iniziazione moderna. Oggi la prova della terra è rappresentata dal soggiorno nel gabinetto di
riflessione. Lo stato di isolamento nel quale il recipiendario è lasciato per la maggior parte di questa
prova ci ricorda che la solitudine è spesso necessaria per meditare e sottrarsi alle lusinghe del
mondo profano.
Circa questa prova conviene far osservare che nei misteri egiziani la prova della terra era
considerata piuttosto come una preparazione che come una purificazione, ciò senza dubbio perché
l’elemento terra si purifica più con l’azione combinata degli altri tre elementi che da se stesso. In
effetti si è visto che la purificazione promessa all’aspirante ai misteri di Iside doveva aver luogo
solamente attraverso il fuoco, l’aria e l’acqua. Di più, durante la prova della terra l’aspirante era
ancora libero di rinunciare all’iniziazione per rientrare nel mondo profano e solo se persisteva dopo
tale prova gli era proibito di ritirarsi. Allora egli trovava un cancello di ferro davanti al quale
stavano tre uomini giganteschi, coperti ciascuno di un casco sormontato da una testa di cane
raffigurante quella di Anubi. Uno dei giganti gli diceva: «Tu puoi ancora tornare indietro, ma sei
perduto se, proseguendo il cammino, vuoi ritirarti o volti la testa».
Oggi la purificazione avviene ancora attraverso i tre medesimi elementi, ma in un ordine inverso
cioè attraverso l’aria, l’acqua e il fuoco.
Passaggio attraverso l’aria: iniziazione antica. Giunto su di una specie di ripiano in legno, di sei
piedi di lunghezza per tre di larghezza, l’aspirante si trovava davanti una porta d’avorio sopra la
quale erano sospesi due anelli di rame. Dopo vani sforzi per aprire la porta egli si attaccava ai due
anelli. Subito il ripiano si abbassava con gran fracasso e un vento impetuoso spegneva la sua
lampada, cosicché egli si trovava sospeso nel vuoto in mezzo alle tenebre più fitte. Ma a poco a poco
il rumore cessava, il vento si calmava, il ripiano tornava al suo posto e la porta si apriva facendo
penetrare la luce.
Iniziazione moderna. Oggi la prova dell’aria è raffigurata solamente dal rumore che accompagna il
recipiendario durante il suo primo viaggio e che imita il vento, la grandine e il tuono. Questa prova ci
insegna che se anche tutti gli elementi gli sono contro, l’uomo virtuoso non deve mai discostarsi dalla
via dell’onore e che con l’aiuto della perseveranza e del coraggio vedrà che all’uragano seguirà ben
presto la calma.
Passaggio attraverso l’acqua: iniziazione antica. L’aspirante senza altra luce che la sua lampada
era costretto ad attraversare un fiume largo e profondo dalla corrente tumultuosa.
Iniziazione moderna. La prova odierna consiste nell’immergere, alla fine del secondo viaggio, una
mano in un vaso pieno di acqua. Con ciò la M∴ vuol ricordare a tutti i figli della grande famiglia
Mass∴ che essi debbono reciprocamente correggersi dei propri difetti e riparare le proprie colpe con
delle buone opere.
Passaggio attraverso il fuoco: iniziazione antica. L’aspirante era costretto ad attraversare una
camera ardente circondata da alberi in fiamme e avente per pavimento una griglia di ferro arrossata
dal fuoco: doveva passare in mezzo a questa griglia su di uno spazio appena sufficiente per posare i
piedi.
Iniziazione moderna. Ora si fa solamente passare una mano del recipiendario sopra una fiamma a
spirito. Questa fiamma simboleggia la M∴ che dissipa le tenebre accumulate dall’ignoranza,
dall’ipocrisia e dall’ambizione e rappresenta la virtù che trionfa su tutte le persecuzioni, e diffonde
nel mondo la Luce della verità.
Anche i tre viaggi debbono richiamare la nostra attenzione.
Il primo rappresenta la vita umana con le passioni in tumulto e gli interessi sempre in contrasto.
Questo è il suo significato generale, ma simbolicamente esso ricorda l’infanzia o la vita vegetativa
dell’uomo, durante la quale le idee, le parole e le azioni presentano quella confusione che è
raffigurata dai disordinati rumori che accompagnano il viaggio.
Nel secondo si trovano riunite la giovinezza e la maturità, cioè la vita attiva dell’uomo, quella nella
quale egli si erge a lottare contro le passioni proprie e quelle dei suoi simili che sono raffigurate dal
tintinnio delle armi e dai lievi rumori che accompagnano il recipiendario.
Il terzo rappresenta la vecchiaia, che fa brillare di più viva luce l’uomo virtuoso; la morte che porta
al dissolvimento del suo corpo e l’immortalità grazie alla quale egli, quale nuova fenice, rinasce
dalle sue ceneri.
Negli antichi misteri l’iniziazione presentava al candidato due bevande chiamate l’una l’acqua di
Lete per fargli dimenticare i falsi principi del mondo, e l’altra l’acqua di Mnemosine per ricordargli
i saggi ammaestramenti.
Il giuramento, richiesto al candidato al momento della consacrazione, è ben lontano oggi dalla
importanza e dalla gravità che aveva negli antichi misteri. Lo stesso segreto imposto dalla M∴ 
ai suoi adepti si limita ai segni di riconoscimento particolari ai Mass∴ in quanto che l’Ordine ha il più
grande interesse a divulgare la sua dottrina e il suo linguaggio simbolico.
Così le pene stabilite dalla formula del giuramento, per i casi di indiscrezione, sono puramente
morali.
Era ben altra cosa per l’iniziato ai misteri di Iside il quale prestava il giuramento seguente: «Giuro
di non rivelare giammai ad alcun profano ciò che vedrà nei Templi sotterranei e se dovessi essere
spergiuro invoco sulla mia testa la vendetta degli dei del cielo, della terra e degli inferi e la morte
la più terribile». Questa morte consisteva nell’avere il cuore strappato e divorato da uccelli da
preda, ciò che diede origine alla leggenda di Prometeo.
C’è da credere, per l’onore dell’umanità, che un simile supplizio non sia mai stato applicato, 
ma è certo che la violazione del giuramento comportava le pene più severe ed esponeva a gravi pericoli.
Alcibiade infatti fu esiliato per aver rivelato i misteri di Cerere; Aristotile fu accusato di empietà
ed esiliato a Calchi per aver sacrificato ai Mani con le cerimonie in uso ad Eleusi; il poeta Eschilo
per poco non fu lapidato per aver messo in scena il costume degli iniziati. Il dogma della unità
divina, divulgato da Socrate, fu la principale causa della sua condanna a morte.
Ecco a quali eccessi potevano portare dei deplorevoli pregiudizi.
In generale gli iniziatori erano dei personaggi tra i più saggi e i più potenti della loro epoca,
purtuttavia l’orgoglio del sapere e l’amore per il potere riuscivano a convincerli che le verità
filosofiche e religiose non potevano essere portate a conoscenza del popolo senza provocare
perturbamenti morali e sociali e perciò consideravano come un delitto imperdonabile la rivelazione
del senso allegorico delle leggende che essi avevano creato espressamente per mantenere la credulità
popolare e garantire il proprio dominio.
Il rispetto per tali leggende era così grande che non esitarono ad accreditarle con i loro atti: così
Platone e Pitagora sacrificarono a Delo nel Tempio di Apollo; Epicuro a Giove; così Aristotile
ordina nel suo testamento di elevare una statua a Cerere.
Agendo in tal modo nessuno di essi intese abiurare le sane dottrine che avevano, quasi tutti di loro,
appreso nell’iniziazione; ma l’unità di Dio proclamata da Socrate e l’immortalità dell’anima
insegnata da Platone non dovevano che più tardi distruggere il politeismo. E questi grandi uomini,
fidando nell’avvenire, pensavano senza dubbio che, come transizione, era meglio lasciare
momentaneamente il popolo in una credenza errata, piuttosto che esporlo a non credere a nulla
attendendo che il progresso della luce gli permettesse di comprendere infine la verità.
Anziché riservare esclusivamente tale verità ad un piccolo numero di adepti privilegiati, la M∴
moderna si sforza invece di renderla popolare ed è divulgandola che essa rende i più 
grandi benefici all’umanità.
La luce che illumina il recipiendario al momento in cui la benda cade dai suoi occhi rappresenta la
filosofia Mass∴ che deve rischiarare il suo spirito e dirigere il suo cuore.
Il neofita è nominato Apprendista alla G∴ D∴ G∴ A∴ D∴ U∴ e nel nome e sotto gli auspici del
Governo dell’Ordine nella certezza che egli glorificherà con le sue buone opere l’Essere supremo
che gli ha dato la vita e l’Istituzione che gli ha dato la Luce.
Egli deve quindi consacrare tutti i suoi sforzi per realizzare tale duplice speranza.
Infine il neofita riceve dal Ven∴ della L∴:
1° un triplice abbraccio quale prova della buona accoglienza, della stima e dell’affetto che i Mass∴
debbono a tutti i loro Fratelli;
2° un grembiule, simbolo del lavoro, per ricordargli che deve lavorare costantemente per il proprio
miglioramento morale;
3° due paia di guanti bianchi per indicargli che la M∴ considera l’affetto puro tra i due sposi come
fonte della più grande felicità.

sabato 7 dicembre 2019

L'Iniziazione Massonica

Fonte: Rituali dei Gradi Simbolici del Grande Oriente d'Italia                                                                

INIZIAZIONE

L'iniziazione è un processo apparentemente formale ma profondamente evocativo, destinato a realizzare psicologicamente nell'individuo il passaggio da uno stato dell'essere, reputato inferiore, ad uno stato superiore. La trasformazione del profano in iniziato. 
Con una serie di atti simbolici, di prove morali e fisiche, si tratta di dare all'individuo la sensazione che egli "muoia" per "rinascere" a vita nuova, realizzando l'introduzione in un mondo superiore, in uno stato psichico più perfetto dello stato profano. 
Al limite estremo, l'iniziazione dovrebbe configurare una vera e propria sublimazione, che propone al soggetto di proiettarsi aldilà di qualsiasi stato condizionato. 
L'iniziazione è intesa dunque come una realizzazione puramente interiore dell'essere umano, la realizzazione di una personalità che l'individuo aveva in sé allo stato virtuale. 
L'iniziato è colui che è per sua inclinazione avviato sul cammino della conoscenza. In questo l'iniziato si distingue dal "mistico" che è un "irregolare" un "isolato" mentre l'iniziato può essere tale prevalentemente per effetto di una organizzazione iniziatica, donde il carattere "sociale" dell'iniziazione. 
Ciò che può essere fornito dal di fuori (cioè dalla presenza dei membri dell'organizzazione) è per l'iniziato solo un aiuto, un appoggio, una catena di "corrente magica"; ma l'opera principale è svolta dal singolo su sé stesso.
In questo senso il segreto iniziatico è incomunicabile, perché ognuno "personalizza" in qualche modo i dati del simbolismo rituale.
I riti agiscono quasi impregnando il subcoscente, cui danno una potenza ed una efficacia reale. 
La iniziazione è una autenticizzazione dell'esistenza finalizzata ad asseverare valori da tradurre successivamente in atti di vita.

I "riti iniziatici" sono derivati da fonti multiple: iniziazioni operative e di consorteria, "misteri dell'antichità", rituali gnostici. alchemici. ecc., e per quanto concerne i rituali degli Alti Gradi di origine Rosa+Croce, l'ermetismo cristiano. 

GABINETTO DI RIFLESSIONE E ALCHIMIA SPIRITUALE 

Il Gabinetto di Riflessione
L'aspirante attua una "riflessione" e cioé, nel senso etimologico della parola, un ripiegamento su se stesso. 
Il profano rappresenta la "materia prima" della Grande Opera Alchemica. 
Il Gabinetto di Riflessione corrisponde all'alambicco (Zohar) dell'alchimista, al suo uovo filosofale (di origine orfico-pitagorica) ermeticamente sigillato. 
Il profano vi trova il sepolcro tenebroso nel quale deve volontariamente morire alla sua esistenza passata. 
Il profano rinasce quindi rigenerato.
Il Gabinetto di Riflessione realizza una specie di sintesi della Creazione essendo condizione primaria per qualsiasi generazione, l'assenza totale di luce. 
La parola V.I.T.R.I.O.L. è l'anagramma della formula ermetico-alchemica Visita Interiora Terrae Rectificando invenies Occultum Lapidem (Visita l'interno della terra, rettificando troverai la pietra nascosta). 
E' un invito alla ricerca dell'EGO, dell'IO profondo, che altro non è se non l'anima umana, nel silenzio della sua meditazione. 
I1 profano è "spogliato dei suoi metalli" in modo da ricondurre simbolicamente l'essere umano, allo stato naturale (i metalli tolti rappresentano la civiltà con tutto ciò che comporta di artificiale), in modo da non intralciare gli influssi magici ai quali sarà esposto l'aspirante (i metalli ostacolano la circolazione delle correnti magiche).
Si denuda parte del petto (segno di franchezza e sincerità), una gamba (segno di umiltà) e gli si mette attorno al collo un nodo scorsoio, che rappresenta tutto ciò che trattiene il profano al mondo circostante. 

Differenza tra Gran Logge ed Orienti

Fonte: LA LUCE MASSONICA, Vol.I pag.24, Angelo Sebastiani. HERMES EDIZIONI




Sulla Regolarità

Fonte: Supremo Consiglio d'Italia e San Marino del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato


Non esiste una “Super Massoneria Internazionale” o un “Direttorio massonico” che governi le varie Massonerie del mondo, ma esistono associazioni e collegamenti tra i Grandi Orienti o Gran Logge di alcuni Stati che si scambiano un mutuo riconoscimento.

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra, forte della sua pretesa priorità storica (peraltro discutibile), si è sempre proclamata Obbedienza madre con l’autorità di conferire il riconoscimento di regolarità alle altre Obbedienze. Questa posizione fu subito contestata dal Grande Oriente di Francia, paese in cui esistevano Logge fin dal 1661, e da altre Obbedienze europee.

Si sono così create nel tempo, sia pure in modo non netto, due correnti: una cosiddetta ”dogmatica”, legata alla tradizione inglese, e l’altra cosiddetta ”liberale” ispirata alla tradizione francese.

Nell’ambito di quest’ultimo filone, nel 1961 venne creato il C.L.I.P.S.A.S., raggruppamento internazionale di Obbedienze liberali, con il compito di: ricercare in comune, tenendo conto di tutte le tradizioni, di tutti i riti, di tutti i simboli, di tutte le credenze e nel rispetto della libertà assoluta di coscienza, le condizioni che determinano la qualifica di massone. 

La “regolarità” è pertanto relativa all’ambito del proprio raggruppamento. Sicché, ad esempio, il Grande Oriente di Francia, la più antica, numerosa e storicamente importante Obbedienza continentale sarebbe “irregolare” per la Gran Loggia d’Inghilterra.